LA PASQUA DEL SIGNORE è “DONO

Nella “Lettera a Diogneto”, uno scritto dei Padri Apostolici, del II secolo, troviamo molte osservazioni interessanti sul tema del rapporto fra la “città dell’uomo e città di Dio” nel cuore del cristiano. Nella 5^ domenica di Pasqua ne abbiamo riportato un passo che qui continuiamo.

“I Cristiani abitano ognuno nella propria patria, ma come fossero stranieri; rispettano e adempiono tutti i doveri dei cittadini, e si sobbarcano tutti gli oneri come fossero stranieri; ogni regione straniera è la loro patria, eppure ogni patria per essi è terra straniera. Come tutti gli altri uomini si sposano ed hanno figli, ma non ripudiano i loro bambini. Hanno in comune la mensa, ma non il letto.

Vivono nella carne, ma non secondo la carne. Vivono sulla terra, ma hanno la loro cittadinanza in cielo. Osservano le leggi stabilite ma, con il loro modo di vivere, sono al di sopra delle leggi...in una parola i cristiani sono nel mondo quello che è l’anima nel corpo” (Dalla Lettera a Diogneto)

VI Domenica di Pasqua

LA CITTà ISPIRATA

 

 

Vangelo: un altro Consolatore (Gv. 14,15-21)

VANGELO

 

Tutto lo scenario della liturgia della Parola della 5^ domenica di Pasqua è dominata dallo Spirito Santo che Gesù ha promesso nell’Ultima Cena (Vangelo), che è effuso su chi non l’ha mai conosciuto (Atti), che rende testimoni i credenti (1^ Lettera di Pietro); tutto è ormai proiettato verso la Pentecoste.

Concludendo oggi l’itinerario quaresimale -pasquale, nell’ultima domenica senza Messe, ma ancora vincolati a norme prudenziali che potrebbero favorire contagi, vogliamo riferirci a quella che potremmo chiamare

LA CITTà ISPIRATA

 

La “città dell’uomo” ha certamente le sue ispirazioni, quelle che dicono riferimento ai valori democratici.

Certo non tutti gli Stati sono retti da democrazie e, quindi si ispirano a criteri non sempre rispettosi dei diritti umani. Negli stati democratici, poi, non sempre si dà la stessa interpretazione ai diritti umani.

Non si può dire che diritti umani e diritti democratici coincidono (es. gender, eutanasia, aborto…).

È comunque importante che la “città dell’uomo” non viva di ispirazioni individualistiche, ma attraverso le strutture democratiche di confronto e di dialogo cerchi sempre con sincerità ciò che è meglio e lo persegua nel rispetto e nella pace, sottraendosi a ideologie impositive basate su dittature politiche o culturali.

 

È in queste condizioni che entra in ballo la “Città di Dio”, che ritiene i valori evangelici pienamente conformi ai diritti umani, validi anche per i non credenti pure nelle priorità che richiede la loro applicazione, quando essi confliggono tra di loro. L’apporto della “Città di Dio” alla “città dell’uomo” la rende

Il 29 aprile ricorreva il 60° anniversario di Ordinazione sacerdotale del Cardinal Giovanni Lajolo, battezzato nella Basilica di San Gaudenzio nel 1935, prete diocesano, tra i collaboratori del papa a Roma e devoto del Santo Patrono.

“CITTà ISPIRATA”

 

GE

 rappresentato nella totalità del suo Mistero:

incarnato, crocifisso, risorto, asceso al cielo, eucaristico.  

È l’unico accesso al Padre, apre alla Vita eterna.

dove protagonista è lo Spirito Santo: tutto ciò che è buono nel mondo viene dallo Spirito Santo “che insegna ogni cosa”, rendendo efficace la Parola che si è fatta carne, rende adeguato in noi ciò che ha detto e fatto e mediante i sacramenti ci salva per opera dello Spirito Santo, il Maestro interiore che ci rende conformi a Gesù, l’uomo nuovo che riscatta pienamente dalla “mondanità” anche la “città dell’uomo”.

 

PREGHIERA

 

 

Preghiamo per lui con le parole del Salmo 121 che ci introduce per sempre, lasciando la “città dell’uomo” nella pienezza della “Città di Dio”.

Rit. Nella tua casa, Signore, avrò la pace.

 


Quale gioia, quando mi dissero:

«Andremo alla casa del Signore!».

Già sono fermi i nostri piedi

alle tue porte, Gerusalemme! Rit.

 

Gerusalemme è costruita

come città unita e compatta.

È là che salgono le tribù,

le tribù del Signore

secondo la legge d’Israele

per lodare il nome del Signore. Rit.

 

Là sono posti i troni del giudizio,

i troni della casa di Davide.

Chiedete pace per Gerusalemme:

vivano sicuri quelli che ti amano,

sia pace sulle tue mura,

sicurezza nei tuoi baluardi. Rit.

 

Per i mei fratelli e miei amici

Io dirò: “su di te sia pace”!

Per la casa del Signore nostro Dio,

chiederò per te il bene.

 


«Padre nostro che sei nei cieli sia santificato il Tuo nome venga il Tuo Regno sia fatta la Tua volontà come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori e non abbandonarci alla tentazione ma liberaci dal male. Amen».

 

O Dio, che per due decenni hai affidato la cura pastorale della Chiesa novarese al nostro vescovo emerito Renato, accoglilo nella Gerusalemme celeste perché riceva nella gioia il premio delle sue fatiche apostoliche. Per Cristo nostro Signore. Amen.