TEMPO PASQUALE 2020

TRA CIELO E TERRA

Città dell’uomo, città di Dio

LA PASQUA DEL SIGNORE è “vocazione”

Domenica 3 maggio si celebra la 57^ Giornata Mondiale di preghiera per le vocazioni. Papa Francesco nel suo messaggio intitolato: “Le parole della vocazione” ne indica 4: fatica - gratitudine - coraggio - lode. E afferma:” la realizzazione di noi stessi è prima di tutto la risposta a una CHIAMATA dall’Alto”.

“Il Signore sa che una scelta fondamentale di vita come quella di sposarsi o consacrarsi in modo speciale al suo servizio - richiede coraggio. Ogni vocazione comporta un impegno. Il Signore CHIAMA a prendere in mano la nostra vita per metterla al servizio del Vangelo, nei modi concreti e quotidiani che Egli ci indica, e specialmente nelle diverse forme di vocazione laicale, presbiterale e di vita consacrata”. (Dal Messaggio di papa Francesco)

IV Domenica di Pasqua


LA CITTà CHIAMATA

 

Vangelo: Il Buon Pastore - “Io sono la porta delle pecore” (Gv. 10,1-10)


VANGELO

Fin dalla prima domenica di quaresima ci siamo proposti di non contrapporre la “città dell’uomo” alla “Città di Dio” e per questo fino a Pasqua abbiamo indicato alcuni luoghi della “città dell’uomo” (tribunale - municipio - ospedale - università - broletto - cattedrale) in cui è necessario per un cristiano che la “città dell’uomo” (e tale resta pur sempre l’uomo cittadino) incontri la “Città di Dio” (e di essa per il battesimo è cittadino il cristiano). Il luogo della evangelizzazione che è la prima vocazione di ogni cristiano nella vita sociale trova la sua collocazione in questi spazi con cui tutti in un modo o nell’altro hanno a che fare: il cristianesimo non è una faccenda privata che si vive solo in chiesa… anzi dalla Chiesa trae la linfa, ma è altrove che lo si vive!

 

Da Pasqua si è voluto mettere in evidenza che la “città dell’uomo”, fatta anche da non credenti o da persone di altre religioni, contiene già una vocazione sociale: sarebbe ingiusto e arbitrario affermare che chi non ha fede vive a casaccio o pensa solo ai propri affari. Compito del cristiano, membro attivo della “Città di Dio” è quello di stimolare tutti a vivere la propria vita come vocazione sociale: l’uomo non è mai un’isola.

 

Per questo abbiamo intitolato questa Domenica:

“LA CITTà CHIAMATA”.

LA CITTà CHIAMATA

È sempre Dio che chiama l’uomo a essere sociale, cioè a una vita di relazione libera e gratuita che lo veda, protagonista del BENE COMUNE: è sempre chiamata da Dio, benchè a volte egli non sappia che è Dio che lo chiama.

Il Vangelo di oggi esplicita per il discepolo del Risorto questa chiamata, la qualifica e la esalta fino alle vocazioni più ardite che lo assomigliano a Gesù, quelle che chiamiamo “di speciale consacrazione”, senza ignorare che anche le vocazioni laicali conoscono oggi “fatica, gratitudine, coraggio, lode” (le 4 parole della vocazione indicate da papa Francesco nel messaggio).

Dio chiama tutta la città a vivere e a costruire la convivenza conviviale dei cittadini, ma il Risorto - Buon Pastore impegna il cristiano - discepolo a farsi con Lui protagonista coinvolgendo tutti gli uomini che Dio ama (e sono proprio tutti e non solo quelli di “buona volontà”) a costruire una “città dell’uomo” che tutti scopriranno prima o poi diventata “città di Dio”.

Da dove il cristiano - discepolo trae la forza vocazionale per questa missione? Certamente dall’Eucaristia che lo rende pienamene partecipe della Pasqua del Signore, Pane spezzato per la vita del mondo. E il prete è in prima linea perché questo avvenga.


 

PREGHIERA

 

Il Salmo 147 ci fa pregare perché la nostra CITTà CHIAMATA, la nostra “Gerusalemme”, sia saziata di “fior di frumento” sempre più “popolo numeroso”, amato dal Signore.

 

Rit. Saziaci, Signore, della tua Eucaristia.

 

Glorifica il Signore, Gerusalemme, loda il tuo Dio, Sion.

Perché ha rinforzato le sbarre delle tue porte, in mezzo a te ha benedetto i tuoi figli.

Rit.

Egli ha messo pace nei tuoi confini e ti sazia con fior di frumento.

Manda sulla terra la sua parola, il suo messaggio corre veloce.

Rit.

Fa scendere la neve come lana, come polvere sparge la brina.

Getta come briciole la grandine, di fronte al suo gelo chi resiste?

Rit.

Manda una sua parola ed ecco si scioglie, fa soffiare il vento e scorrono le acque.

Annunzia a Giacobbe la sua parola, le sue leggi e i suoi decreti a Israele.

Rit.

Così non ha fatto con nessun altro popolo, non ha manifestato ad altri i suoi precetti.

 

«Padre nostro che sei nei cieli sia santificato il Tuo nome venga il Tuo Regno sia fatta la Tua volontà come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori e non abbandonarci alla tentazione ma liberaci dal male. Amen».

Aiutaci a vivere, Signore, Buon Pastore, la vocazione battesimale in cui ci hai costituiti discepoli. Diventati “Gregge del tuo pascolo”, confermaci nella vocazione che nel dono dello Spirito Santo, configura il nostro stato di vita nella Chiesa a servizio della missione universale della salvezza a cui chiami tutta l’umanità. Amen.

TEMPO PASQUALE 2020

TRA CIELO E TERRA

Città dell’uomo, città di Dio

LA PASQUA DEL SIGNORE è “vocazione”

Domenica 3 maggio si celebra la 57^ Giornata Mondiale di preghiera per le vocazioni. Papa Francesco nel suo messaggio intitolato: “Le parole della vocazione” ne indica 4: fatica - gratitudine - coraggio - lode. E afferma:” la realizzazione di noi stessi è prima di tutto la risposta a una CHIAMATA dall’Alto”.

“Il Signore sa che una scelta fondamentale di vita come quella di sposarsi o consacrarsi in modo speciale al suo servizio - richiede coraggio. Ogni vocazione comporta un impegno. Il Signore CHIAMA a prendere in mano la nostra vita per metterla al servizio del Vangelo, nei modi concreti e quotidiani che Egli ci indica, e specialmente nelle diverse forme di vocazione laicale, presbiterale e di vita consacrata”. (Dal Messaggio di papa Francesco)

IV Domenica di Pasqua


LA CITTà CHIAMATA

 

Vangelo: Il Buon Pastore - “Io sono la porta delle pecore” (Gv. 10,1-10)


VANGELO

Fin dalla prima domenica di quaresima ci siamo proposti di non contrapporre la “città dell’uomo” alla “Città di Dio” e per questo fino a Pasqua abbiamo indicato alcuni luoghi della “città dell’uomo” (tribunale - municipio - ospedale - università - broletto - cattedrale) in cui è necessario per un cristiano che la “città dell’uomo” (e tale resta pur sempre l’uomo cittadino) incontri la “Città di Dio” (e di essa per il battesimo è cittadino il cristiano). Il luogo della evangelizzazione che è la prima vocazione di ogni cristiano nella vita sociale trova la sua collocazione in questi spazi con cui tutti in un modo o nell’altro hanno a che fare: il cristianesimo non è una faccenda privata che si vive solo in chiesa… anzi dalla Chiesa trae la linfa, ma è altrove che lo si vive!

 

Da Pasqua si è voluto mettere in evidenza che la “città dell’uomo”, fatta anche da non credenti o da persone di altre religioni, contiene già una vocazione sociale: sarebbe ingiusto e arbitrario affermare che chi non ha fede vive a casaccio o pensa solo ai propri affari. Compito del cristiano, membro attivo della “Città di Dio” è quello di stimolare tutti a vivere la propria vita come vocazione sociale: l’uomo non è mai un’isola.

 

Per questo abbiamo intitolato questa Domenica:

“LA CITTà CHIAMATA”.

LA CITTà CHIAMATA

È sempre Dio che chiama l’uomo a essere sociale, cioè a una vita di relazione libera e gratuita che lo veda, protagonista del BENE COMUNE: è sempre chiamata da Dio, benchè a volte egli non sappia che è Dio che lo chiama.

Il Vangelo di oggi esplicita per il discepolo del Risorto questa chiamata, la qualifica e la esalta fino alle vocazioni più ardite che lo assomigliano a Gesù, quelle che chiamiamo “di speciale consacrazione”, senza ignorare che anche le vocazioni laicali conoscono oggi “fatica, gratitudine, coraggio, lode” (le 4 parole della vocazione indicate da papa Francesco nel messaggio).

Dio chiama tutta la città a vivere e a costruire la convivenza conviviale dei cittadini, ma il Risorto - Buon Pastore impegna il cristiano - discepolo a farsi con Lui protagonista coinvolgendo tutti gli uomini che Dio ama (e sono proprio tutti e non solo quelli di “buona volontà”) a costruire una “città dell’uomo” che tutti scopriranno prima o poi diventata “città di Dio”.

Da dove il cristiano - discepolo trae la forza vocazionale per questa missione? Certamente dall’Eucaristia che lo rende pienamene partecipe della Pasqua del Signore, Pane spezzato per la vita del mondo. E il prete è in prima linea perché questo avvenga.


 

PREGHIERA

 

Il Salmo 147 ci fa pregare perché la nostra CITTà CHIAMATA, la nostra “Gerusalemme”, sia saziata di “fior di frumento” sempre più “popolo numeroso”, amato dal Signore.

 

Rit. Saziaci, Signore, della tua Eucaristia.

 

Glorifica il Signore, Gerusalemme, loda il tuo Dio, Sion.

Perché ha rinforzato le sbarre delle tue porte, in mezzo a te ha benedetto i tuoi figli.

Rit.

Egli ha messo pace nei tuoi confini e ti sazia con fior di frumento.

Manda sulla terra la sua parola, il suo messaggio corre veloce.

Rit.

Fa scendere la neve come lana, come polvere sparge la brina.

Getta come briciole la grandine, di fronte al suo gelo chi resiste?

Rit.

Manda una sua parola ed ecco si scioglie, fa soffiare il vento e scorrono le acque.

Annunzia a Giacobbe la sua parola, le sue leggi e i suoi decreti a Israele.

Rit.

Così non ha fatto con nessun altro popolo, non ha manifestato ad altri i suoi precetti.

 

«Padre nostro che sei nei cieli sia santificato il Tuo nome venga il Tuo Regno sia fatta la Tua volontà come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori e non abbandonarci alla tentazione ma liberaci dal male. Amen».

Aiutaci a vivere, Signore, Buon Pastore, la vocazione battesimale in cui ci hai costituiti discepoli. Diventati “Gregge del tuo pascolo”, confermaci nella vocazione che nel dono dello Spirito Santo, configura il nostro stato di vita nella Chiesa a servizio della missione universale della salvezza a cui chiami tutta l’umanità. Amen.